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Running: IL DIBATTITO CONTINUA

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di Ufficio Stampa Atletica
UISP Abruzzo&Molise


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Running: IL DIBATTITO CONTINUA

Il divieto può essere una soluzione?

Il parere di 3 esperti.

L’emergenza coronavirus ci fa comprendere ancora una volta quanto il fenomeno del podismo sia una parte incredibilmente importante della società moderna. Si continua a dibattere sull’opportunità o meno di lasciare libera l’attività sportiva e lo sport in un momento di grande restrizione, considerando anche l’ipotesi limite.

Lo spirito dei provvedimenti fino ad oggi è stato quello di portare i cittadini a realizzare il cosiddetto isolamento sociale per impedire il diffondersi del contagio. Nella logica della salvaguardia della salute si è lasciato uno spazio per lo sport e l’attività motoria, tenuto conto come indicava anche il ministro dello sport Vincenzo Spadafora, del parere di scienziati, sul presupposto che la corsa è utile anche per altre patologie.

Oggi che il problema è alla ribalta, vi proponiamo 3 autorevoli punti di vista su un eventuale divieto totale: con i pareri della dottoressa Maria Rita Gismondo, direttore presso l’ospedale Luigi Sacco di Milano, responsabile di microbiologia clinica e diagnostica, del professor Silvio Garattini, scienziato e farmacologo italiano, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” e del dottor Alberico Di Cecco, atleta olimpionico, dirigente nazionale e coordinatore generale dell’Atletica UISP Abruzzo e Molise, cerchiamo di offrirvi la riflessione di chi sta sulla frontiera più avanzata del contagio in Lombardia, di uno scienziato luminare delle scienze mediche e di chi conosce molto bene il mondo del running.

Dottoressa Maria Rita Gismondo, cosa ne pensa di un divieto assoluto di uscire a correre?

“I messaggi che dobbiamo fare passare devono essere chiari. Il fine deve essere far capire a tutti, podisti compresi, il perché si deve tenere un comportamento. Se indichiamo un divieto senza spiegare in modo coerente le ragioni, corriamo il rischio che chi non lo ha capito fino ad oggi non lo capirà nemmeno dopo. Chi non capisce trova sempre un modo per superare il divieto”.

Dal suo punto di vista quindi cosa dobbiamo far capire esattamente.

“Che va tenuta una distanza tra le persone in modo costante. Questo è lo scopo.

Se io vieto ai podisti di andare a correre e poi li tengo a casa senza che abbiamo chiaro questo messaggio, magari passa il concetto che fare una festa coi vicini di casa è consentito mentre invece è proprio il contrario. Le persone devono tenere una distanza tra loro che eviti la trasmissione del contagio, quindi di almeno un metro. Non è l’atto in sé di correre che è pericoloso”.

Quindi lei non è convinta che il divieto sia lo strumento ?

“Io penso che in generale correre sia una cosa buona per le persone. Quello che va compreso è che anche correndo devi tenerti a distanza di sicurezza. Se vai a correre e puoi garantire questo, il problema per me non esiste. Faccio un esempio, se abiti in una baita in montagna e ti fai una corsa non esiste il problema. Il tema quindi non è correre o non correre, ma stare lontani”.

E se incroci qualcuno ?

Devi comunque stare distante.

Prof. Silvio Garattini, se arrivasse il divieto assoluto?

“È una scelta che non condivido. Il tema è vietare gli assembramenti e tenere le distanze. Fare attività motoria, andare a camminare o correre fa bene alla salute, rinforza le difese immunitarie. Al contrario la sedentarietà non le aiuta”.

Si ma fino ad adesso non si è riusciti a far evitare assembramenti?

“Allora puniamo chi non lo rispetta, ma perché impedire a tutti di fare un’attività sana ?”

Lei cosa farebbe ?

“Definiamo meglio quando, dove e come si può andare, stabiliamo pene serie per chi lo viola. Faccio un esempio. Se vuoi fare attività sana per il tuo fisico, allora anche mezz’ora o un ora sono più che adeguati. Non serve andare ore in giro. Stabiliamo dei limiti e poi esiste anche la tecnologia per controllare i movimenti, vediamo in questi giorni come si possono usare i GPS”.

Quindi lei è per consentire di correre a condizione che sia veramente per fare bene alla salute ?

“Certo, perché altrimenti non capisco proprio perché i tabaccai sono aperti mentre uscire a camminare o correre sia vietato. Dal tabaccaio compri le sigarette che sicuramente bene non fanno”.

Dottor Alberico Di Cecco, lei questo mondo lo conosce bene, qual’è il suo punto di vista?

“L’obiettivo di questo decreto, ed in generale delle istituzioni, è sempre quello della salute pubblica. Per salute pubblica dobbiamo intendere integrità fisica e mentale della collettività. Sono convinto che in un momento come questo, di grande sconvolgimento sociale, l’attività fisica più che al mantenimento di una condizione muscolare, sia indispensabile e propedeutica all’equilibrio psicologico della persona. Un divieto totale, comporterebbe conseguenze ed effetti collaterali che ad oggi probabilmente non riusciremmo nemmeno ad immaginare.

Ovviamente, come tutte le altre disposizioni del decreto, necessitano del buon senso e della razionalità di ognuno di noi”.

Ma allora cosa risponderebbe a chi reputa indispensabile un giro di vite in merito a questa tematica?

“A mio avviso, l’unico inasprimento possibile potrebbe essere quello di rendere possibile l’attività solo a livello individuale, considerando la distanza interpersonale esclusivamente con le persone che si incrociano, si incontrano, si sorpassano per strada.

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